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Waking up on an unknown shore, Ulisse has no idea where he is. He
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ULISSE:
Dormo ancora, o son desto?
Che contrade rimiro?
qual aria vi respiro
e che terren calpesto?
Chi fece in me, chi fece
il sempre dolce e lusinghevol sonno
ministro de'tormenti?
Chi cangiò il mio riposo in ria sventura?
Qual deità de'dormienti ha cura?
Oh sonno, oh mortal sonno!
fratello della morte altri ti chiama,
solingo, e trasportato
deluso et ingannato,
ti conosco ben io. Padre d'errori.
Pur, degli errori miei son io la colpa.
Che, se l'ombra è del sonno
sorella, oppur compagna,
chi si confida all'ombra,
perduto alfin contro ragion si lagna.
Oh Dei sempre sdegnati,
Numi non mai placati
contro Ulisse, che dorme, anco severi,
vostri divini imperi
contro l'uman voler sien fermi e forti,
ma non tolgano, ohimè, la pace ai morti!
Feaci ingannatori,
voi pur mi prometteste
di ricondurmi salvo
in Itaca mia Patria
con le richezze mie, co'miei tesori,
Feaci mancatori. Or non sò come
ingrati, mi lasciaste
in questa riva aperta,
su spiaggia erma e deserta,
misero, abbandanato,
e vi porta fastosi
e per l'aure, e per l'onde
così enorme peccato!
Se puniti non son sì gravi errori,
lascia Giove, deh lascia
de' fulmini la cura,
che la legge del Caso è più sicura.
Dormo ancora, o son desto